Ciao Daniele,

il databinding delle custom entities nelle applicazioni smart client è più "interattivo" di quello relativo al mondo ASP.NET e come tale è normale che sia anche un po' più complesso.

Anche il binding delle collection di entities non scherza. In WPF bisogna utilizzare la classe base ObservableCollection<T>, una sorta di controparte (molto semplificata) di BindingList<T> del mondo winforms.
Modificato da Cradle il 11 gennaio 2007 14.34 -
Cradle ha scritto:

Ciao,


il databinding delle custom entities nelle applicazioni smart client è più "interattivo" di quello relativo al mondo ASP.NET e come tale è normale che sia anche un po' più complesso.


ma non parlo della complessità del codice, ma del motore di binding di WPF, non per forza limitato a custom entities, ma a qualsiasi informazioni.
parlo ad esempio della possibilità di fare molto più via markup di quanto si possa fare in altri ambiti (ad esempio, prendere e dare la dimensione ad un controllo specificando quella di un altro, dato il suo ID).

Anche il binding delle collection di entities non scherza. In WPF bisogna utilizzare la classe base ObservableCollection<T>, una sorta di controparte (molto semplificata) di BindingList<T> del mondo winforms.


certo, con ObservableCollection di fatto hai tutto quello che ti serve per automatizzare l'aggiornamento dell'interfaccia rispetto ai dati contenuti nella collection. ma, ripeto, non stavo parlando solo di data binding, ma più di binding in generale

Daniele Bochicchio | ASPItalia.com | Libri
Chief Operating Officer@iCubed
Microsoft Regional Director & MVP

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